La crisi del mare

La crisi del mare

MARE – I cambiamenti climatici stanno influenzando il nostro Pianeta sotto più punti di vista. La siccità, gli incendi e il caldo torrido sono solo alcuni dei segnali tangibili a cui stiamo assistendo oggi. A farne le spese e a sentirne maggiormente il peso al momento è la biodiversità e tutte le specie che abitano questa Terra, in particolare il mare e tutti i suoi abitanti. 

Le conseguenze del riscaldamento globale sul mare

Circa il 70% della superficie della terra è coperta da acqua, tra aria, mari, oceani, fiumi e laghi. Oggi tutti questi ecosistemi sono fortemente messi a rischio dall’attività intensiva e invasiva dell’uomo. Il surriscaldamento del Pianeta non riguarda solo le zone calpestabili, ma anche i mari. Il mar Mediterraneo sta facendo registrare un aumento di +4°C di temperatura  rispetto alla media del periodo 1985 – 2005. Lo scrive Factanza, blog di notizie e approfondimenti. Nel loro post pubblicato sui social media scrivono:

“Una delle conseguenze del riscaldamento globale sul Mar Mediterraneo è, ad esempio, la sua tropicalizzazione, ovvero l’insediamento di specie provenienti da aree tropicali o subtropicali che tipicamente non hanno mai fatto parte dell’ecosistema. Molti di questi animali si sono perfettamente ambientati negli anni, come la ricciola fasciata, la bavosa africana e il pesce palla. Ma le conseguenze del riscaldamento del mare non portano soltanto a una modificazione innocua della sua biodiversità. Molti pesci invasivi, che si nutrono di plancton o di altri animali, sono responsabili del degradamento dell’ambiente sottomarino.”

Inquinamento marino

La ricerca di Factanza prosegue:

“Oltre alle conseguenze dell’insediamento di nuove specie e della proliferazione di altre, un altro grande problema è l’inquinamento dovuto alla plastica. Secondo il report “The Mediterranean: Mare Plasticum” dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, nel bacino mediterraneo si trova oltre un milione di tonnellate di plastica. La percentuale maggiore (94%) è costituita da macroplastiche, mentre le microplastiche rappresentano il 6%. Questo materiale arriva in mare sia dalle coste sia dalle località che non affacciano sul mare, attraverso il trasporto dei fiumi. Le microplastiche derivano dal consumo di pneumatici (53%), dal lavaggio dei tessuti (33%), dai cosmetici (12%) e dalla produzione e trasporto di pellet di plastica (2%). L’Egitto, l’Italia e la Turchia sono i Paesi che contribuiscono di più all’inquinamento da plastica del Mar Mediterraneo: insieme sono responsabili della dispersione di circa il 50% dei rifiuti plastici che finiscono in mare (132.000 tonnellate/anno).”

Sono dati preoccupanti che dovremmo tenere ben a mente se si vuole continuare a godere delle meraviglie dei nostri mari e del nostro Pianeta. 

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