EXTREME E SOSTENIBILITÀ – I cambiamenti climatici sono una realtà che non possiamo più ignorare. Lo stesso vale per il divario di genere. O meglio per tutti quei punti che rientrano sotto il termine sostenibilità. Per fortuna esistono menti brillanti come quella di Alejandro Agag che riescono a dar vita a progetti che coniugano utile e dilettevole. Dalle sue idee sono scaturiti progetti innovativi e con un grande seguito come le competizioni Formula E ed Extreme E. Questo ultimo è un progetto che mette in piazza SUV elettrici altamente competitivi che si sfidano in gare automobilistiche in luoghi emblematici per le conseguenze dei cambiamenti climatici. Non solo, cerca di rispondere anche alla questione della parità di genere.
Il progetto Extreme E per la sostenibilità
Extreme E è un campionato automobilistico che ha preso vita per volere della FIA (Federazione Internazionale dell’Automobilismo), dall’idea di Alejandro Agag. A gareggiare tra loro sono SUV elettrici uguali per tutti i team in gara. Ad essere eccezionali sono le motivazioni di tale competizione e i luoghi in cui si svolgono le corse. L’Extreme E è infatti il primo sport nato per sensibilizzare su e combattere la crisi climatica. L’obiettivo della serie è quello di utilizzare le corse fra auto elettriche per mettere in risalto ambienti remoti a rischio per i cambiamenti climatici. La spinta deve essere quella di incoraggiare tutti noi ad intraprendere azioni positive per proteggere il futuro del nostro pianeta.
Questo tipo di iniziativa potrebbe sembrare un controsenso dal momento che il 30% delle emissioni di CO2 del pianeta proviene dai trasporti, e le protagoniste di queste gare sono proprio delle auto che girano per tutto il mondo. In realtà Extreme E esiste per mostrare le prestazioni che hanno i veicoli elettrici. Per raggiungere questo obiettivo si utilizza il potente mix di azione sportiva emozionante, formazione scientifica e storytelling.
Le terre toccate da Extreme E
Il progetto di Extreme E cerca di coniugare divertimento e dovere in un unico luogo. Esplorare con mezzi ad alta velocità ed ecosostenibili posti mozzafiato ne esalta la bellezza e l’importanza che non vadano perduti. Groenlandia e Arabia Saudita sono solo due delle terre raggiunte da questa competizione. C’era stata la possibilità di correre anche in Amazzonia per riflettere sulla deboschizzazione del nostro Polmone, ma alla fine si è volati in Sardegna per acuire l’attenzione sui problemi che i cambiamenti climatici comportano alle isole.
Questo tipo di progetti ha come unico scopo metterci davanti all’evidenza che è possibile fare qualcosa per il nostro pianeta e che noi dobbiamo essere i primi a muoverci in questa direzione. Nella vita quotidiana solo molte le scelte, anche piccole, utili e necessarie che possiamo adottare.
Un progetto 100% sostenibile
La sostenibilità di Extreme E non si ferma qui. Questa competizione automobilistica, infatti, cerca di compiere un passo avanti anche nel divario di genere. Ogni team porta in auto, da regolamento, un uomo e una donna, che si scambiano al volante nel corso della competizione. Il risultato finale è dato, poi, dalla somma dei risultati ottenuti da entrambi i piloti nel corso delle varie fasi della gara. Nel giorno della giornata internazionale della donna, Molly Tauylor, pilota di Extreme E, ha detto:
“la visibilità ai più alti livelli è davvero importante per contribuire a migliorare la diversità e l’uguaglianza per le prossime generazioni”
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